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Famiglie con due mamme

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Riconoscimento dei figli nati da PMA in coppie omosessuali: un passo storico per la genitorialità in Italia

La Corte Costituzionale ha emesso una sentenza storica che rappresenta un importante passo avanti nel riconoscimento legale dei figli nati da procreazione medicalmente assistita (A.R.T.) all’interno di una coppia omosessuale. Secondo la nuova pronuncia, anche la madre non biologica, spesso indicata come “madre intenzionale”, potrà legalmente riconoscere il bambino del partner, assicurando così piena tutela giuridica e affettiva al minore anche nelle famiglie con due mamme.

Il no nel 2024 della Corte d’Appello civile di Milano

Non posso essere iscritti all’anagrafe con il nome di entrambe le mamme: lo dissero nel 2024 i giudici della Corte d’Appello civile di Milano, che annullarono tre trascrizioni ritenute in precedenza valide dal tribunale ordinario.
A giugno del 2024 il tribunale civile aveva infatti annullato la trascrizione dell’atto di nascita all’estero del figlio di una coppia di uomini, perché «la maternità surrogata è vietata nell’ordinamento». Ma aveva deciso anche i riconoscimenti dei figli delle coppie di donne restassero validi. Decisione che veniva impugnata dalle Procura di Milano, sostenuta dal Ministero dell’Interno, e ribaltata in appello. I giudici di secondo grado, dunque, dichiararono illegittime le iscrizioni «sul Registro degli atti di nascita della doppia maternità del bambino».

La questione: figli nati da PMA e genitorialità condivisa

Nel contesto delle coppie dello stesso sesso, sempre più persone in Italia scelgono la PMA per realizzare il desiderio di diventare genitori. Tuttavia, la normativa attuale, in particolare la legge 40/2004, riconosceva come genitore solo la madre biologica, lasciando privo di tutela il legame con la madre intenzionale.
Questo vuoto normativo ha causato problemi a livello legale e nonché psicologici ai figli nati da PMA in famiglie con due mamme e coppie omogenitoriali. In caso di separazione, malattia o morte della madre biologica, i minori si sono trovati in una condizione di estrema vulnerabilità, privi di diritti di filiazione nei confronti della madre non biologica.

Si della Consulta alle famiglie con due mamme: centralità del benessere del minore

Con la sentenza 68/2025 , la Consulta ha stabilito che impedire alla madre intenzionale il riconoscimento del figlio avuto, viola gli articoli 2, 3 e 30 della Costituzione italiana. In particolare, viene sottolineata l’importanza dell’identità del bambino e del suo diritto ad avere una relazione giuridicamente tutelata con entrambe le madri che lo hanno cresciuto, indipendentemente dal legame genetico.
La Suprema Corte ha ribadito che l’interesse superiore del minore deve prevalere, ponendo fine alla discriminazione basata sull’orientamento sessuale dei genitori o sulla modalità di concepimento del bambino.

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Famiglie omogenitoriali e diritti: una nuova visione della genitorialità

Questa sentenza segna un importante riconoscimento per le famiglie composte da due madri. Il legame tra la madre biologica e il figlio nato da PMA viene ora affiancato da quello della madre intenzionale, creando un modello familiare basato sull’affetto, la responsabilità condivisa e il principio di bigenitorialità.
Per le coppie omosessuali che scelgono di diventare genitori tramite PMA, si apre così una nuova epoca di diritti e certezze. Non si tratta solo di una conquista giuridica, ma di una profonda evoluzione culturale nel concetto di maternità e di famiglia.

Un invito al legislatore

Nonostante la portata innovativa della decisione, la Corte Costituzionale ha sottolineato l’urgenza di un intervento legislativo che regolamenti in modo organico la genitorialità nei casi di PMA tra coppie dello stesso sesso. La giurisprudenza non può, da sola, colmare le lacune normative che ancora oggi mettono a rischio la stabilità familiare e affettiva dei minori.

Conclusione

Il riconoscimento della madre intenzionale per i figli nati da PMA in coppie omosessuali rappresenta un cambiamento fondamentale per migliaia di famiglie italiane. È un segnale forte che i diritti dei bambini devono essere tutelati al di là dei modelli tradizionali di famiglia.
In un’Italia che cambia, questa sentenza segna un momento di svolta: l’inizio di un percorso verso un riconoscimento pieno e paritario di tutte le forme di genitorialità, basato sull’amore, sulla responsabilità e sul rispetto dei diritti fondamentali dei più piccoli.

Le famiglie con due mamme, sono finalmente famiglie anche per lo stato.

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