Il reato universale
Sebbene chi deve ricorrere alla surrogacy si renda subito conto del severo divieto italiano previsto dalla legge 40 del 2004, oggi si discute la possibilità di rendere la pratica reato universale.
In termini pratici, si tratterebbe di rimettere un cittadino italiano alla giuridizione internazionale e quindi punirlo per qualcosa cosiderato così grave da non poter tollerare la possibilità di sottrarlo ad una pena. Un evento, per essere considerato reato universale, deve però essere riconosciuto come reato non solo in Italia, ma anche nello stato in cui si è verificato o realizzato. Un esempio pratico sarebbe essere puniti per aver effettuato un programma di maternità surrogata negli United States, dove l’accesso alla tecnica è garantito anche a cittadini italiani e vedersi poi puniti in Italia, per qualcosa quindi svolto nella completa legalità.
Lo scenario è drammatico quanto poco realistico.
Proposta di legge italiana
The Commissione Giustizia della Camera ha adottato nel 2022 il testo base della legge firmato da Giorgia Meloni, già al vaglio della commissione con una proposta avanzata da Mara Carfagna, che propone di perseguire la maternità surrogata come reato universale “anche se commesso all’estero”.
Sebbene in sede di campagna elettorale la proposta ha trovato consensi e voto favorevole, la legge non è stata mai approvata.
Al contrario, si sono innalzati molti movimenti contrari alla proposta di legge, anche tramite varie associazioni no profit che, con l’appoggio di giuristi ed esperti in materia, hanno addirittura elaborato una proposta di legge sulla legalizzazione della maternità surrogata solidale, quella cioè portata avanti senza fini di lucro da parte della madre surrogata, con l’obiettivo di mettere al centro della tutela il bene superiore del bambino, della madre surrogata stessa e dei genitori di intenzione, coloro cioè che hanno fatto ricorso alla tecnica.
Irretroattività della legge penale
Nel nostro ordinamento vige il principio di irretroattività della legge penale per cui “nessuno può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in vigore prima del fatto commesso”. Il dictamen della legge si traduce nell’impossibilità di essere puniti per qualcosa che era legale, o non cosiderato come reato, nel momento in cui si è realizzato.
Rimandando ad altra sede la trattazione dell’argomento, qui rileva notare come se iniziassimo un programma di maternità surrogata all’estero prima dell’entrata in vigore della legge che prevede la tecnica come reato universale, non potremmo essere puniti dato che, al momento dell’inizio del nostro programma, questa non veniva ancora considerata tale.
Current Events
Oggi sono numerosi i genitori che per necessità o identità di genere ricorrono alla maternità surrogata all’estero in quei Paesi che offrono tutela specifica per cittadini stranieri, tra cui ovviamente gli italiani.
Ricorrere a questa tecnica all’estero, permette di vedersi riconosciuti come genitori legittimi del bambino anche in Italia, quando il percorso è portato a termine nel rispetto della normativa interna del pease straniero e non violando i dettami della legge 40.
Vediamo persino articoli di giornale dove neo genitori ricorrono ai tribunali italiani per vedersi riconosciuta la filiazione in capo ad entrambi, ad esempio quando solo uno dei genitori di intenzione apporta materiale genetico, sia in coppie eterosessuali o omosessuali.
La stessa Corte di Cassazione già nel 2016 con la sentenza con la sentenza n. 19599/2016 si pronunciò favorevole alla trascrizione dell’atto di nascita straniero con due genitori dello stesso sesso.
Conclusioni
Sicuramente vi è stata una proposta di legge che vorrebbe trasformare la maternità surrogata in reato universale, ma non sarebbe semplicemente meglio regolare la pratica in Italia piuttosto che pretendere di cambiarla nel resto del mondo?
Questa proposta di legge vorrebbe considerare la tecnica in oggetto un reato grave al pari di quelli che attentino gravemente ai valori sui quali è fondata la comunità internazionale come crimini di guerra o crimini contro l’umanità: cosa impossibile dato che tutti i paesi esteri in cui la maternità surrogata è legale, dovrebbero conformarsi alla proposta di legge italiana, facendo diventare a loro volta reato universale il ricorso alla tecnica.
Ad oggi non vi è stato nessun cambiamento alla normativa italiana ne tantomeno a quella straniera, quindi lo scenario di fatto rimane immutato ed i genitori di intenzione posso ricorrere alla maternità surrogata all’estero, come è stato possibile sin’ora, sempre nel pieno rispetto della legge 40/2004.
In ogni caso, prima di intraprendere questo percorso, va comunque valutato ogni pro e contro, scelto un paese dove la tecnica è prevista a norma di legge ed assicurarsi che il cammino scelto sia idoneo in base allo status civile, orientamento sessuale e nazionalità dei genitori di intenzione (o del genitore se single) per il riconoscimento della filiazione anche in Italia.