La maternità surrogata in Italia
La maternità surrogata in Italia è proibita, ma il testo della legge 40/2004, ammette la possibilità di essere genitori di un bambino non geneticamente proprio. La trattazione della maternità surrogata o GPA (gestazione per altri) in Italia, da tempo ormai e sempre più negli ultimi anni, costituisce da un lato speranza per i genitori che non possono concepire in maniera naturale e dall’altro argomento di dibattito.
Nota come utero in affitto, seppur in accezione negativa, è un processo riproduttivo attraverso il quale una donna, mamma surrogata, decide in maniera libera e volontaria di gestare un bambino per aiutare quelle persone altrimenti che non potrebbero avere figli.
Ogni qualvolta i genitori realizzano che per le circostanze devono ricorrere a questa pratica, il primo interrogativo che si pongono è proprio se la maternità surrogata in Italia è proibita.
Per molti di coloro che già hanno effettuato questo percorso o conoscono la materia sembrerà una domanda scontata, ma in realtà non lo è, soprattutto per chi ha sempre pensato di non avere problemi di fertilità.
Norme in materia di procreazione medicalmente assistita
La Legge 19 febbraio 2004, n. 40, denominata “Norme in materia di procreazione medicalmente assistita“, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 45 del 24 febbraio 2004 non lascia dubbi: la maternità surrogata in Italia è proibita.
Ciononostante, è lo stesso testo della legge citata a chiarirci come mai molti aspiranti genitori, presa consapevolezza della necessità di ricorrere a tecniche di riproduzione di fecondazione assistita, ancora abbiano il dubbio sulla liceità della maternità surrogata in Italia.
Analizzando infatti il testo della norma, apprendiamo che le linee guida della legge 40/2004, che regolano la PMA (Procreazione Medicalmente Assistita), prevedono l’utilizzo in prima istanza delle opzioni terapeutiche considerate più semplici e meno invasive. Va notato inoltre che dal 2014, la Corte Costituzionale ha fatto decadere il divieto di fecondazione eterologa in Italia (cioè la fecondazione in cui uno o entrambi i gameti provengono da un donatore esterno alla coppia) pertanto le tecniche che oggi possono essere utilizzate sono sia omologhe che eterologhe.
In questo contesto normativo, posto che chi desidera avere un figlio non è di solito ne un medico esperto in tecniche di riproduzione assistita ne un esperto in testi normativi, domandarsi ancora se la maternità surrogata in Italia è proibita è del tutto legittimo.
Procreazione medicalmente assistita
Assume importanza quindi capire cos’è la procreazione medicalmente assistita.
Definita anche “fecondazione artificiale”, è l’insieme delle tecniche utilizzate per aiutare le coppie al concepimento in maniera artificiale nei casi in cui il concepimento naturale è impossibile o estremamente remoto e l’ approccio farmacologico e/o chirurgici siano inadeguati o inefficaci.
La PMA si avvale di diversi tipi di tecniche che comportano la manipolazione di ovociti, spermatozoi o embrioni nell’ambito di un trattamento finalizzato ad ottenere una gravidanza. Queste metodiche sono rappresentate da diverse opzioni terapeutiche suddivise in tecniche di diverso livello in base alla complessità e al grado di invasività tecnica che le caratterizza, che possono essere semplici e poco invasive e caratterizzate dal fatto che la fecondazione si realizza all’interno dell’apparato genitale femminile o più complesse e invasive e prevedono quindi che la fecondazione avvenga in vitro.
Maternità surrogata in Italia proibita perché?
Abbiamo quindi visto che il divieto della pratica in Italia è dato una legge, ma la risposta è tutt’altro che chiara.
Per molto tempo si è infatti pensato che il divieto fosse dato dal fatto che questa tecnica prevedesse la possibilità per gli aspiranti genitori di non avere nessun legame genetico con il bambino. Ma questa tesi viene ancora una volta smentita dalla sopracitata Legge 40/2004, che permettendo la fecondazione eterologa, ammette espressamente la possibilità di diventare genitori di un bambino non geneticamente proprio.
Madre è colei che partorisce
Secondo l’art. 269, comma 3, del codice civile italiano, madre colei che ha partorito.
In realtà l’enunciato non costituisce un principio fondamentale di rango costituzionale. In Italia infatti, è riconoscibile l’atto di nascita straniero, validamente formato, dal quale risulti che un bambino, nato da un progetto genitoriale di coppia, è figlio di due madri (una che l’ha partorito e l’altra che ha donato l’ovulo), non essendo opponibile un principio di ordine pubblico desumibile dalla suddetta regola, via per la quale si ottiene il riconoscimento della filiazione in Italia.
Pertanto non è possibile nemmeno considerare l’enunciato in oggetto come base del divieto di maternità surrogata nel nostro Paese.
Il ruolo della politica nella GPA
Senza dubbio la politica gioca in ruolo determinate alla sussistenza del divieto di surrogazione in Italia.
Un ruolo determinante, primo perché è in mano al Parlamento il potere legislativo. Secondo perché non è mai stata dimostrata una apertura alla pratica anzi, con il tempo, l’opposizione alla maternità surrogata si è palesata e manifestata sempre più in varie forme, con manifestazioni in strada o addirittura proposte di legge volte alla criminalizzazione della pratica anche quando svolta all’estero.
Tutto questo, in un paese in cui tra l’altro, alcuni degli onorevoli al Governo, hanno usufruito della possibilità all’estero per diventare genitori.
Il ruolo della chiesa nella GPA
In un contesto complesso come quello italiano, tra istituzioni, leggi, politica è difficile capire quale ruolo abbia la Chiesa e in che misura effettivamente non abbia permesso la liberalizzazione della maternità surrogata.
Di fatto, una posizione netta, sebbene all’interno di un contesto più ampio, è stata assunta e chiaramente manifestata solo ai giorni d’oggi, dall’attuale Papa, che non considera certamente la maternità surrogata come un qualcosa di utile per l’umanità che aiuta e da speranza alle famiglie in difficoltà. Ciononostante, non possiamo ritenere che la Chiesa abbia avuto un ruolo predominante nel corso della storia, volto ad ostacolare la pratica in Italia, anche virtù del fatto che solo negli ultimi anni si tratta e si conosce di più questo percorso alternativo alla fecondazione naturale.
Maternità surrogata pro e contro
Alcuni Pro della maternità surrogata, sono:
- L’accesso alla tecnica offre a coloro che non possono concepire naturalmente la possibilità di avere un figlio biologicamente proprio;
- Possibilità di avere una famiglia per tutti i tipi di legami: coppie eterosessuali, coppie LGBT o genitori single;
- La madre surrogata avrà una gravidanza sana, controllata e aderente al regime di vita stabilito per garantire la salute del bambino e la serenità dei genitori di intenzione.
Alcuni Contro della maternità surrogata, sono:
- Il procedimento rappresenta un grande investimento emotivo e a volte anche finanziario;
- La proibizione in Italia, ne rende necessario il ricorso all’estero, esperienza a cui non tutti i genitori sono pronti emotivamente;
- Non tutti gli operatori esteri operano guidati da spirito di solidarietà, esponendo i genitori di intenzione a potenziali rischi.
Conclusione
La maternità surrogata è un percorso medico/legale, che può aiutare single o coppie desiderose di avere figli, nonostante i problemi di fertilità ed indipendentemente dall’identità di genere.
La maternità surrogata in Italia è proibita, così come in altri Stati Europei, come la Francia o la Spagna, ma legale in altri Stati europei così come nella maggior parte del mondo. Iniziare questo percorso in Italia è oggi severamente vietato, ma è permesso all’estero, sotto una guida attenta e con esperti del settori capaci di guidare gli aspiranti genitori.
La speranza di un cambio di normativa rimane in tutti noi, ma la realtà dei fatti è molto differenti, nonostante il nostro ottimismo, sappiamo che la pratica verrà considerata illegale ancora per molti anni.