Introduzione
La maternità surrogata e la registrazione figli coppie omogenitoriali, sono due argomenti che non possono essere scissi, essendo il primo propedeutico all’altro. Infatti, terminato il programma di surrogazione all’estero, il primo pensiero dei neo genitori è il rientro in Italia e la registrazione del figlio/a all’anagrafe Italiana.
La maternità surrogata per coppie omogenitoriali è oggi una realtà ben consolidata, spesso al centro di polemiche e dibattitti per via delle diverse correnti di pensiero che dividono il nostro paese a metà.
Da un lato c’è chi è favorevole alla tecnica tanto da proporne la legalizzazione, dall’altro chi è totalmente dell’opposto avviso, come l’attuale Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che propone addirittura di renderla reato universale.
Per maternità surrogata si intende quel procedimento medico legale in cui una donna (mamma surrogata) tramite un contratto valido in quei paesi dove la procedura è consentita, decide di portare a termine una gravidanza per conto di aspiranti genitori, ossia coloro che desiderano avere un figlio ma non posso concepire in maniera naturale per problemi di fertilità o identità di genere. Con la sottoscrizione del contratto, gli aspiranti si impegnano ad assumere la piena custodia e responsabilità genitoriale del nascituro, diventandone i genitori effettivi alla nascita.
Nel caso di coppie omogenitoriali, assume rilievo il fatto che uno dei due genitori non avrà alcun legame genetico con il bambino.
Trascrizione dell’atto di nascita
In Italia non esiste una legge che consenta il riconoscimento dell’atto di nascita straniero ma varie sentenze si sono susseguite negli anni proprio a favore delle coppie omogenitoriali che ne richiedevano la trascrizione integrale con il nome dei due papà o mamme.
Ciononostante e in assenza di una legge specifica del Parlamento, la prassi di alcuni comuni, tra cui Milano è stata quella di trascrivere l’atto di nascita straniero a nome di entrambi i genitori. Qui, anche in assenza di materiale genetico da parte di uno dei componenti della coppia, la scelta è stata sin oggi quella di tutelare il minore, privilegiando l’interesse dello stesso che dalla nascita viene inserito nel nucleo familiare dei genitori godendo così del diritto di essere mantenuto, istruito, educato e assistito moralmente secondo il principio di bigenitorialità: ciò anche sotto il profilo successorio.
Situazione in Italia
Vale sempre la pena ricordare che in Italia la maternità surrogata è vietata per via dell’articolo 12 comma 6 della legge 40 del 2004 sulla procreazione assistita prevede esplicitamente che “chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la surrogazione di maternità è punito…”
Ciononostante, sappiamo che sono molti i paesi all’estero che consentono l’accesso alla tecnica anche a coppie omogenitoriali, tra cui quelle italiane.
In paesi come Stati Uniti, Canada e Messico ad esempio, aspiranti genitori dello stesso sesso, indipendentemente dal vincolo che li unisce (matrimonio o coppia di fatto) possono accedere alla tecnica vedendosi entrambi riconosciuti come genitori legittimi dei bambini, indipendentemente dal vincolo genetico con lo stesso. La bigenitorialità risulterà poi nei certificati di nascita e passaporto.
Al rientro in Italia, i genitori dovranno denunciarne la nascita e richiedere la trascrizione dell’atto di nascita presso il comune competente in base alla residenza dei genitori.
Il divieto a Milano
Proprio a Milano arriva lo stop della trascrizione all’anagrafe dei certificati di nascita a nome di entrambi i genitori tramite circolare del Prefetto.
Il divieto (arrivato su impulso del Ministro dell’Interno) recepisce la sentenza n. 38162 della Corte di Cassazione a Sezioni Unite del dicembre scorso.
Con questa sentenza i giudici avevano stabilito che i bambini nati all’estero con la maternità surrogata possono essere riconosciuti in Italia come figli di entrambi i genitori solo tramite l’adozione in casi particolari. Tale adozione richiede l’approvazione di un giudice e non comporta quindi la trascrizione diretta all’anagrafe (che è un semplice atto amministrativo).
Più nel dettaglio lo stop riguarda i nuovi atti di nascita. Il sindaco Beppe Sala aveva iniziato a formare (questo è il termine tecnico) i certificati anagrafici con due padri o due madri a luglio 2022. Il primo cittadino già in passato aveva deciso di intervenire sulla questione utilizzando i suoi poteri di capo dell’ufficio di stato civile, dato che Parlamento e Governo non avevano colmato la lacuna legislativa sulle famiglie omogenitoriali, nonostante le ripetute sollecitazioni della Corte costituzionale.
L’adozione in casi particolari
L’adozione in casi particolari è stata introdotta dalla l. 184/1983 a tutela del rapporto che si crea nel momento in cui il minore diviene parte del nucleo familiare (o dei minori che si trovino in particolari situazioni di disagio). Si tratta, come si evince dalla denominazione, di ipotesi di adozione particolari che, al pari dell’adozione “tipica“, mira a tutelare l’interesse superiore del minore, inserendolo in una famiglia che ne garantisca la crescita: un ambiente familiare idoneo al suo sviluppo.
Questa possibilità veniva prima considerata come alternativa alla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali, ossia quando non veniva riconosciuta la potestà in capo al genitore che non apportava materiale genetico (sia questo uomo donna).
Ad oggi è evidente che questo rimane l’unico rimedio per accordare tutela al bambino nato tramite gestazione per altri all’estero: alla normativa italiana non interessa quanto questo bambino sia stato voluto e sarà amato.
Europa Unita, Italia divisa
La Commissione al Senato che si occupa di politiche europee ha bocciato la proposta di regolamento europeo che chiedeva di uniformare le procedure di riconoscimento dei figli in tutti gli stati dell’ Unione con la creazione di un certificato europeo di filiazione: fatto questo che ha indirettamente dato vita a tutta una serie di iniziative e reazioni.
Tra queste, va senza dubbio rilevata dal un lato l’iniziativa di Renew Europe, gruppo politico che si definisce europeista e centrista del Parlamento europeo.
Il Parlamento Europeo ha infatti approvato il loro emendamento per alzata di mano in plenaria a Bruxelles, sulla proposta di risoluzione sullo Stato di diritto nell’UE che «condanna le istruzioni impartite dal governo italiano al Comune di Milano di non registrare più i figli di coppie omogenitoriali».
Dall’altro si nota la politica attiva del ministro Eugenia Roccella contro la maternità surrogata che, oltre a ritenere la gestazione per altri una pratica razzista, ritiene che i sindaci che si battono per ottenere la trascrizione all’anagrafe dei figli di coppie omogenitoriali “protestano contro la sentenza della Cassazione 38162/2022, per di più a sezioni unite…”.
Il ministro sposa proprio la sentenza della Cassazione su cui si basa il nuovo stop imposto dal prefetto di Milano. La stessa sentenza ancora verrà citata dal ministro Roccella anche in risposta all’iniziativa di sette sindaci di grandi città che hanno chiesto una legge sui figli di coppie LGBT.
Conclusione
Come già rilevato in passato sulla proposta di legge sul reato universale, sarebbe molto più semplice regolare la materia in Italia piuttosto che pretendere di cambiarla nel resto del mondo, in modo da avere una normativa interna favorevole soprattutto allo sviluppo del bambino.
In un’Europa unita geograficamente e politicamente, l’Italia in piena involuzione, sembra più un’isola autoregolamentata che vuole al contempo regolamentare secondo principi propri l’Europa stessa (ma anche alcuni paesi anglosassoni).
Oggi, agli inizi del 2023, le conseguenze di una campagna elettorale volta a regolare una materia fra l’altro estranea alla legislazione italiana, sembra non conoscere limiti. Anche se di fatto lo scenario risulta drasticamente cambiato, rimane in capo alle coppie omogenitoriali la possibilità di adottare il bambino al rientro in Italia, in attesa che la trascrizione dei certificati esteri torni ad essere consentita, accordandogli così la tutela necessaria.
Il dibattito sulla registrazione dei figli delle coppie omogenitoriali del resto, lascia immutata la legislazione italiana in materia di maternità surrogata e non ne precludo la fruizione all’estero.
Rimane sempre fermo il consiglio di affidarsi a persone esperte nel settore, prima di considerare di intraprendere questo cammino, quanto più in un momento storico così delicato e privo di sensibilità sociale.